Algoritmo: Fase Acuta

Il piede di Charcot è un’affezione molto grave che si accompagna sempre alla presenza di neuropatia diabetica. Se ignorata e non curata al suo esordio evolve verso quadri di deformità tale da procurare ulcere non guaribili e alla fine l’amputazione dell’arto. Fondamentalmente il piede di Charcot è un piede nel quale si instaura una patologia delle ossa del piede: inizialmente piccole fratture, nel proseguo del tempo frammentazioni ossee con perdita dei rapporti articolari normali fino a condurre alla impossibilità di distinguere le ossa tra di loro.

Questo quadro che è visibile come grave deformità del piede, è la conseguenza di una diagnosi trascurata all’esordio della malattia, quando la presenza di dolore, edema e arrossamento del piede vengono scambiati per distorsione, flebite o quant’altro.

Se si interviene all’esordio dello Charcot, si può fermare il processo di degenerazione ossea e impedire che il piede diventi deforme. La terapia della fase acuta dello Charcot è l’immobilizzazione con apparecchio di scarico gessato: è assolutamente categorico in questa fase che il piede non appoggi mai per terra perchè in questa fase il carico contribuirebbe al procedere del sovvertimento osseo. Questo apparecchio deve essere tenuto per molti mesi, almeno tre/quattro. A stabilizzazione del quadro ottenuta si valuterà se è sufficiente una ortesi con scarpa e plantare o se è invece necessario procedere a un intervento chirurgico di correzione.

Si ringraziano i Dott. Clerici Giacomo  (www.giacomoclerici.it) ed Ezio Faglia per il gentile contributo nella spiegazione dell’argomento

SOLUZIONI ORTESICHE IN FASE ACUTA:

Scarico totale su sedia a rotelle e gambaletto a contatto totale + staffa rigida

SOLUZIONI ORTESICHE NELLA FASE DI CONVERSIONE DA ACUTO A CRONICO:

Tutore Optima diab

SOLUZIONI ORTESICHE NELLA FASE CRONICA:

Prevenzione 2

Il 60% delle amputazioni non traumatiche mondiali riguarda un diabetico. Nell’85% delle amputazioni nel diabetico la causa scatenante è stata una ulcerazione aggravatasi nel tempo. Grazie ai progressi nella cura della patologia il numero delle amputazioni di gamba (al di sopra della caviglia) sono diminuite mentre il numero delle amputazioni minori  (a carico del piede) sono aumentate.

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